La stenosi mitralica è una malattia a carico della valvola mitralica, in cui si verifica una riduzione della sua capacità di apertura.
La ridotta apertura della valvola crea un ostacolo all’ingresso del sangue nel ventricolo sinistro.
L’aumento delle pressioni a monte della valvola comporta:
In base a criteri ecografici, è possibile classificare la stenosi come:
Nei casi di stenosi mitralica severa i sintomi sono:
La causa più frequente è la malattia reumatica, una sindrome autoimmune che insorge a seguito di un’infezione delle prime vie respiratorie da Streptococco, che se non trattata adeguatamente può comportare ispessimento e fusione dei lembi valvolari.
Un’altra causa prevalente in pazienti anziani è la calcificazione della valvola, dovuta all’accumularsi di depositi calcifici all’interno dell’anello valvolare.
L’ecocardiogramma permette di diagnosticare la presenza di una stenosi mitralica e di quantificarne la severità.
Inoltre, è in grado di valutare la funzionalità cardiaca e la possibilità di trattamento percutaneo (senza aprire il torace).
Quando la stenosi mitralica si presenta in maniera asintomatica, è possibile monitorare la malattia tramite trattamento farmacologico e controlli periodici.
In questi casi possono essere utilizzate diverse classi di farmaci, tra cui i diuretici.
È bene specificare, tuttavia, che i trattamenti farmacologici non risolvono il problema.
L’unica soluzione definitiva è un intervento di:
La valvuloplastica con palloncino permette di dilatare la valvola mitralica stenotica e può permettere di posporre il trattamento chirurgico per anni.
È una procedura eseguita in sedazione, a cuore battente e senza la necessità di aprire il torace.
Un ecocardiogramma è in grado di valutare la fattibilità di questa procedura.
L’intervento di sostituzione della valvola mitralica mira a sostituire del tutto la valvola cardiaca malata con una protesi, che può essere biologica o meccanica.
Le protesi biologiche sono di origine animale e hanno una durata limitata nel tempo (circa 15-20 anni), ma presentano il grande vantaggio di non richiedere una terapia anticoagulante. se non inizialmente.
Le protesi meccaniche, invece, hanno una durata teoricamente illimitata, ma richiedono terapia anticoagulante a vita.
In pazienti ad alto rischio chirurgico e non candidabili alla valvuloplastica con palloncino, è possibile effettuare un intervento di protesi mitralica per via percutanea, anche detta TMVR.
L’impianto di MVR avviene a cuore battente e senza la necessità di macchina cuore-polmone.
L’accesso al cuore del paziente avviene con cateteri inseriti tramite arterie e vene periferiche e senza apertura del torace.
La protesi biologica viene posizionata sotto guida radiologica ed ecocardiografica.
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Mi chiamo Massimo Massetti specialista cardiovascolare, sono medico e chirurgo cardiovascolare.
Sono direttore del dipartimento di Scienze Cardiovascolari e direttore dell'Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma.
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