Il cateterismo cardiaco è una procedura invasiva eseguita in anestesia locale che, tramite una puntura di un’arteria o una vena periferica, permette l’inserimento di un catetere nel cuore.
È una tecnica che prevede l’inserimento di un catetere attraverso vene periferiche e arterie, per raggiungere:
La procedura è eseguita sotto controllo radiologico ed ecografico.
È un esame di tipo invasivo eseguito in anestesia locale.
A seconda delle necessità permette di ottenere una definizione anatomica accurata di determinate strutture cardiache, iniettando del mezzo di contrasto radio-opaco, oppure di eseguire delle fini misurazioni della funzionalità cardiaca e polmonare misurandone la pressione oppure la concentrazione di ossigeno.
Il cateterismo cardiaco è il presupposto per molte tecniche di trattamento percutaneo delle patologie cardiache, congenite o acquisite.
Gli accessi più utilizzati per il cateterismo cardiaco sono:
Si richiede al paziente di rimanere a digiuno nelle 8 ore precedenti l’esame. Si consiglia di consultare il proprio medico di riferimento per capire se interrompere una terapia farmacologica per il controllo del diabete oppure di tipo anticoagulante.
Le punture venose permettono di esplorare il cuore destro e di stimare la pressione in atrio sinistro.
In tal caso si parla di cateterismo destro.
Il cateterismo cardiaco destro viene effettuato tramite un accesso venoso, di solito all’inguine o al collo, e permette di studiare le pressioni e la concentrazione di ossigeno a livello delle strutture del cuore destro:
Spingendo la punta del catetere nei rami secondari dell’arteria polmonare, è possibile inoltre stimare la pressione dell’atrio sinistro.
Queste misurazioni permettono di valutare la funzionalità del cuore destro, la funzionalità globale del cuore, lo stato di riempimento di un paziente (“volemia”) e di stimare la severità di un’ipertensione polmonare.
L’esame è particolarmente utile in soggetti affetti da scompenso cardiaco, in candidati al trapianto cardiaco, nelle malattie del pericardio e in pazienti con anomalie cardiache presenti dalla nascita (congenite).
Punture arteriose, invece, permettono di investigare il ventricolo sinistro e l’anatomia delle arterie coronarie.
In tal caso si parla di cateterismo sinistro.
La coronarografia è una diffusissima metodica di cateterismo sinistro che viene discussa nella pagina dedicata.
Il cateterismo cardiaco sinistro viene effettuato tramite un accesso arterioso di solito al polso o all’inguine e permette di studiare l’anatomia delle coronarie per valutare la presenza di ostruzioni, oppure di studiare la funzione del ventricolo sinistro e delle valvole aortica e mitralica.
Questo è possibile iniettando del mezzo di contrasto radio-opaco che può svelare un anomalo flusso retrogrado attraverso le valvole, oppure misurando le pressioni a monte e a valle di valvole che non si aprono a dovere (“stenotiche”).
In alternativa, è possibile investigare il cuore sinistro anche durante un cateterismo destro: per farlo, è necessario che il catetere passi attraverso il sottile setto che divide l’atrio destro dal sinistro.
La procedura di cateterismo cardiaco sia destro che sinistro dura in media 10-20 minuti, anche se la preparazione può durare circa 60 minuti.
Dopo l’esame si applica un bendaggio compressivo che deve essere mantenuto sull’accesso per un tempo variabile in base alla sede e tipo (arterioso vs venoso) di accesso.
Al paziente con accesso radiale, per esempio, è richiesto di rimanere a letto per circa 2-4 ore.
Il paziente è in genere dimissibile il giorno seguente.
La somministrazione di mezzo di contrasto può scatenare reazioni avverse in soggetti allergici.
Il fenomeno è prevenibile con una desensibilizzazione del paziente con farmaci cortisonici e antistaminici.
In rari casi si possono verificare: infarto del miocardio, episodi tromboembolici, accidenti cerebrovascolari, insufficienza renale.
Un cateterismo può essere controindicato in caso di: insufficienza renale acuta, coagulopatia, grave allergia al mezzo di contrasto, stato infettivo in corso, aritmia non controllata, grave scompenso cardiaco
È opportuno astenersi da sforzi intensi per 7 giorni.
Qualora presente, l’ematoma in sede di accesso scompare entro 14 giorni, durante i quali è importante tenere ben pulita la ferita per evitare infezioni.
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Mi chiamo Massimo Massetti specialista cardiovascolare, sono medico e chirurgo cardiovascolare.
Sono direttore del dipartimento di Scienze Cardiovascolari e direttore dell'Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma.
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